Salento e dintorni

Salento, storia e tradizioni

 

Storia del Salento e alcuni rimandi alle principali tradizioni popolari.-


Il Salento,  la regione piu' orientale d' Italia e terra di frontiera, come emerge da varie testimonianze, la sua storia si intreccia con quella d'Oriente, come di fatto narrano le leggende addebidando ai Cretesi la fondazione di Lecce, con particolare rilievo dato al mar Meditarreneo , mare di estrema importanza per l'incontro delle varie civilta' che si affacciavano su di esso.

I primi popoli a stanziarsi attorno al V secolo a.c. furono i Messapi, dando un notevole impulso alla nascita della citta', dediti all'agricolutra, all'allevamento dei cavalli e alla lavorazione della ceramica.

Ma gia nell' VIII  secolo a.c. i coloni greci fondarono lungo le coste le citta' come Gallipoli, Otranto e Taranto, che sarebbero diventate poi i punti di riferimento della Magna Grecia, e ancora ad oggi, esiste un "isola linguistica" dove si parla il greco, anzi il griko.

Il Salento divento' provincia romana dopo la guerra tarantina, verso la meta' del III secolo a.c.e questa colonizzazione fu importante perche' rimodello' l'assetto urbano con la costruzione di infrastrutture e opere pubbliche., diventatando dopo la caduta dell'Impero Romano  preda di invasioni barbariche e per lunghi anni i diversi popoli si contesero il dominnio di questa importante terra.

A partire dal '500 il Salento passo' sotto la denominazione Spagnola , facendo diventare Lecce una delle citta' piu' belle ed importanti del periodo (seconda solo a Napoli, cuore pulsante della attivita' culturali ed artistiche) che oltre ad attirare nobili ed artisti, diede impulso alla definizione del suo volto barocco, favorito dal morbido, duttile calcare leccese (la pietra leccese) che impreziosisce edifici civili e religiosi.

La cucina salentina:

La cucina tipica salentina, è umile e povera, ma molto nutriente e ricca di sapori, rispecchiando le tante dominazioni che si sono avvicendate, lasciando tracce indelebili anche appunto nell'arte culinaria.La cucina tipica salentina è quella mediterranea, ricca di profumi e sapori, sia del mare che della terra. Alcuni piatti hanno origine antichissime, come ad esempio i fichi secchi, altamente energetici, che le massaie romane davano ai loro mariti per affrontare al meglio la giornata, oppure lo stesso Vincotto, riduzione di mosto d'uva cotto e vino la cui ricetta rinvenuta fin negli scritti del bizantino Cassiano Basso ( Geoponica, VI sec a.c). Tra i rinomati ed intimenticabili piatti pugliesi da provare assolutamente sono : pasta e ceci (ciciri e tria), la lasagna  attorcigliata (sagne ncannulate) ,le orecchiette,  fave e cicorie (fae e fogghie), morsi fritti (muersi fritti), piccoli attorcigliamenti (turcinieddhi),la scapece,la puccia e perche' no farcita, le pittule, il gallo ripieno (il posso cusutu n'culu)ed infine per il dolce.... il famoso pasticciotto (ricetta inimitabile),  i mustazzoli, con le cartellate e i porceddhuzzi.Tutti  piatti unici nel loro ineguagliabile gusto, che chi viene in Salento, deve assolutamente assaggiare.

Sarebbe impossibile parlare del Salento e non citare, imparare o ballare la famosa Pizzica, una delle piu' antiche e sentite di tutte le tradizioni, quella che ha fatto conoscere la nostra terra  in tutto il mondo. Danza di forte ritmo e simbolo del Salento,affonda le sue radici addirittura nei culti dionisiaci provenienti dalla Grecia,durante i quali ci si lasciava andare inebriati dal vino e dalla musica.

La danza "curativa", questo divenne la pizzica, serviva a liberarsi dal veleno che la tarantola aveva iniettato nel corpo della "tarantata" mordendola, dando libero sfogo alle proprie frustazioni( perche' queste erano in realta' il veleno della tarantola), si ballava fino allo sfinimento e lasciandosi andare al ritmo incalzante e incessante dei tamburelli  fino a raggiungere una stato quasi di "trance".

Oggi questa antica danza conosce una nuova vita assurgendo il compito di simbolo del Salento e viene danzata nelle piazze di tutti i paesi salentini durante le sagre e le feste, dando il massimo tributo di se, nella Notte della Taranta.